Innamorarsi del proprio idolo

Quante volte, soprattutto nell’infanzia o quando eri adolescente, hai avuto un idolo?
Non potrai sicuramente dimenticartene.
Nel leggere quanto andrò a scrivere, potrai pensarmi impazzito, o potrai credere che io intenda imbrogliarti per chissà quale finalità. Eppure, sta parlando uno che non ha interessi economici da perseguire allorché un suo lettore si convinca di quanto affermato, e che neppure spera – così facendo – di conquistarsi la stima e l’ammirazione, l’abbraccio e la lacrimuccia che spesso un idolo riceve.
Torno a proporre, quindi, la domanda iniziale. Quante volte hai avuto un idolo?
Ricorderai sicuramente come ti sentivi, cosa si accendeva dentro di te.
Nei momenti in cui il tuo idolo appariva, era come se tutto il disagio e il malessere che avevi accumulato divenisse più leggero, perché una fiamma si accendeva in te, una fiamma di gioia, di entusiasmo, di erotismo anche, almeno in alcuni casi.
Ma se erotismo vi era, non era lasciato a se stesso. Non era la semplice attrazione sessuale per un individuo di bell’aspetto, come molto spesso potrai aver provato per altre persone. Ciò che hai provato è stato la compresenza di attrazione e di qualcosa di diverso che ha coinvolto tutti gli aspetti di te, dalle emozioni alla mente al cuore. Qualcosa che – in base ai tanti discorsi attuali sul tema – è stato simile ad un vero innamoramento, qualcosa che ha smosso in te talmente tante energie da farti rendere conto che ciò che hai provato, in effetti, era un sentimento completo.
E quando hai avuto l’opportunità di trovarti in contesti di distanza ravvicinata con il tuo idolo (un concerto, o uno dei moderni eventi “firmacopie” in cui puoi farti autografare un cd presso qualche famoso negozio o locale), quella fiamma accesasi in te è diventata così forte da sciogliere tutto il resto: le ansietà per i dissapori in famiglia o con amici, o le difficoltà scolastiche, e finanche le ore di sonno perso, le ore di viaggio affrontato, e quelle trascorse in attesa per diverse ore all’aperto, anche nel gelo dell’inverno.

innamorarsi idolo
Adolescenti di sesso prevalentemente femminile in attesa dell’incontro con il loro idolo (un cantante italiano) che autograferà personalmente ogni copia dei cd.

Ciò che sto per dirti, potrà stravolgerti e far crollare le colonne su cui hai fondato sino ad ora la tua vita. Ma se ti ritrovi a leggere questa pagina, evidentemente è venuto il momento.
L’apertura del cuore, lo sblocco emozionale che ti ha forse fatto scendere le lacrime rompendo quel blocco alla gola che portavi da tanto tempo, e quel senso di essere in un attimo eterno, oltre il tempo, sono stati reali: in quel momento, eri come un Buddha. La tua mente si era fermata, dissolvendo le nebbie del proprio chiacchiericcio, delle proprie congetture, delle continue critiche e censure. Si è fermata. Per un attimo, tu eri nell’Essere. Hai vissuto un’esperienza mistica che ti ha connesso, per un istante, all’Assoluto.
Ma c’è una cosa che devi sapere.
L’entusiasmo che hai provato, le scintille luminose nella pancia e nello stomaco, quella fiamma vigorosa che in te si è espansa e che tu ricolleghi al tuo idolo, non veniva da esso.
Quell’energia, era energia tutta tua.
Quella fiamma che in te arde al solo pensiero del tuo idolo, e che, nel momento dell’incontro, si è espansa al punto da dissolvere il pensiero e il disagio legato a qualsiasi altra cosa, è energia tua.
Sì, ho detto che è tua e lo posso ripetere: è energia tua e soltanto tua.
Non “tua” nel senso assoluto del termine (giacché siamo tutti parte di un unico Essere più grande, un Dio creatore, o l’universo o un assoluto come tu lo intenda), ma “tua” come appartenente alla tua persona, custodita dalla tua persona, gestita da te; per quanto, forse (anzi, probabilmente) custodita e gestita da una parte di te di cui ancora non sei consapevole, che ancora resta nell’inconscio.
Una parte di te che, ancora, con te non si è riconnessa.
Quell’energia, e ciò che in te ti ha condotto a provare tale stato di estasi, è il tuo Potere, è ciò che tu potresti risvegliare, è ciò che tu potresti consapevolmente essere (e che tu già ora sei), laddove intendessi prenderti cura di te.
Ti sembrerà impossibile da concepire, ma ti assicuro che viene per tutti il momento di questa realizzazione, e da tale istante, ci si accorge della verità di queste parole.
Mi è difficile potermi esprimere attraverso il linguaggio, dal momento che il linguaggio appartiene alla mente, e da essa è gestito, mentre ciò di cui sto parlando appartiene ad una dimensione e ad un piano dell’essere che supera tutto ciò che è razionale e mentale.
Prova a pensare al primo momento, nella tua infanzia, in cui hai iniziato ad interessarti ad un personaggio di cui molti parlavano.
Pensa alla prima volta che ne hai sentito parlare.
Sarà un esperimento piacevole.
Cerca di ricordare cosa hai pensato, cosa hai provato in quell’istante (curiosità, probabilmente, e nulla più), fino al momento in cui hai realizzato che molti altri ne parlavano.
Hai captato l’energia che sentivi emanare dagli altri durante questo tipo di discorsi. E la loro energia, collegandosi alla tua, ha richiamato in te le stesse frequenze che già erano presenti.
Gioia, entusiasmo, trepidazione per il mistero, per il sogno di toccare con mano qualcosa che appare lontano, irraggiungibile.
Una persona nota unicamente attraverso i mass media e grandi eventi dal vivo (spettacoli, concerti), non potrà essere, ovviamente, disponibile per te come potrebbe esserlo un qualsiasi tuo amico.
Ciò la rende in qualche modo “distante” e la accomuna a tutto ciò che in questa vita appare irraggiungibile e misterioso, e che diventa l’oggetto dei tuoi desideri e dei tuoi sogni, ciò che ti dà speranza in un’esistenza che spesso finisce col deludere.
E qui, vengo a rivelarti il secondo segreto.
Il mistero e il suo fascino, sono il sussurro dell’Infinito.
Quell’Infinito che contiene in sé tutto ciò che può esistere e che possa essere pensato o sentito a livello emozionale.
Il personaggio famoso – che pur può avere effettive qualità in campo artistico – ben si adatta, in quanto lontano ed irraggiungibile, a simboleggiare quel “divino”, quel “mistero” di cui ogni persona è in cerca.
Potrai rispondermi, giustamente, che la meraviglia in te è sorta osservando l’idolo nella sua attività, ovvero guardandolo recitare o ascoltando le parole di una canzone da lui scritta. Riscontrando dei valori, una saggezza, qualcosa di meraviglioso nei contenuti delle sue opere. E in alcuni casi, ove tu voglia aprirti, aggiungerai che, oltre a tutto il resto, lo trovi anche molto attraente, tanto da confidare (o qualche volta, da scrivere sui blog e sui forum) che vorresti un partner che gli assomigliasse fisicamente.
L’effettiva esistenza di abilità artistiche (e, talvolta, di bellezza) può sussistere. Ma il quadro non muta: la saggezza che hai ritenuto di ravvisare nelle sue parole o nel modo di recitare che l’ha veicolata ad un ampio uditorio, ebbene quella saggezza e quel carisma, appartengono a te.
Sei tu, che – pensando di ammirare ed apprezzare l’opera del tuo idolo – ammiri una parte di te, che in te è presente e di cui ancora non sei consapevole. Una saggezza profonda che attende di risvegliarsi, oppure una potenzialità, un talento, la capacità di realizzare opere analoghe a quelle del tuo idolo o anche di maggiori. E non ne sei consapevole. Però è così. E ti spiegherò il perché con un esempio.
Leggi un libro che ti sembra insuperabile, il non plus ultra, che ti tocca il cuore; ascolti una canzone inerente l’affettività o questioni esistenziali più profonde, le cui parole ti fanno vibrare.
Hai vibrato, in te si è accesa meraviglia. E se provi a ricordare (o se proverai ad osservarti attentamente alla prossima occasione), una cosa diventa evidente: nel momento in cui apprezzi un contenuto, dentro di te, qualcosa si accende e risponde. Una parte che è sempre stata lì, ma che normalmente non sentivi, poiché era rimasta dormiente. Riprova, osservati e vedrai che è così. Potresti anche localizzare una zona del tuo corpo in cui questo effetto è più evidente. E non potrai negare che il tutto avviene dentro di te. Una parte di te, che è viva e presente, percepisce e risponde.
Ricorda ora casi in cui hai ascoltato o letto cose con cui non ti sentivi in sintonia, con la cui prospettazione non eri d’accordo. Cosa avveniva? Avveniva che, sempre dentro di te, sentivi sorgere contrarietà, talvolta mista a rabbia.
Cosa ci dice questo? Che dentro di te, la parte viva e cosciente che risponde, fornisce risposte diverse a seconda dei contenuti percepiti. E a fare questo non può essere che un centro di coscienza (non importa quanto evoluto) che già sia programmato con dei contenuti.
Quando ti senti accendere e ti si apre il cuore alla lettura di un libro o ascoltando le parole di una canzone, ebbene, dentro di te quei contenuti erano già presenti, e la vibrazione che senti è semplicemente la risonanza di ciò che tu sei, nell’incontro con quanto hai percepito.
Come potresti vibrare internamente, se in qualche modo, ciò che ti giunge non fosse già “conosciuto”? La vibrazione è tua, è un rispondere, un “ricordare” che tu sei e hai quei contenuti. L’artista o filosofo o maestro ha fatto da tramite. Nulla più.
Sembra che il Buddha dicesse che gli stessi suoi insegnamenti avrebbero potuto essere utili soltanto per coloro che già avessero in sé la consapevolezza, laddove questa consapevolezza fosse oscurata soltanto da un sottile strato di polvere. L’insegnamento, le sue parole, avrebbero avuto la funzione di spolverare ciò che già vi era, nulla più. Sarebbero pertanto stati inutili se rivolti a persone non in grado di comprenderli.
innamorarsi-di-idoloLa stessa cosa avverrà con queste mie parole. Se in te vi è già un germe di consapevolezza, le troverai divine, o comunque piene di saggezza. Diversamente, se in te vi saranno altre credenze ed altri contenuti, potrai ridere di questa pagina, considerarla lo sfogo di un fallito o la divagazione di un pazzo.
Avrai compreso, ora, cosa è accaduto quando il tuo cuore ha vibrato la prima volta nell’ascoltare o leggere un testo del tuo idolo, o nel vederlo recitare: i talenti, le qualità e la saggezza presenti dentro di te, hanno riconosciuto la similarità con il talento e la saggezza che questo soggetto ha espresso, ne sono stati risvegliati. Poteva accadere anche con un’altra persona, ma è accaduto in questo modo.
A questo punto, subentrano altri meccanismi che mi sarebbe difficile spiegarti qui con completezza.
Siamo nel mondo del Samsara, che è chiamato anche mondo di Maya o mondo della molteplicità e della dualità. E’ il mondo ove tutto si individualizza e si differenzia, ove ogni persona è diversa dall’altra ed è unica, con proprie qualità, proprie misure. E’ un mondo in cui tutto viene misurato e giudicato.
Nella mente collettiva si sono auto-sviluppati, nei millenni, dei canoni di bellezza in base ai quali determinati connotati fisici determinano una maggiore fascino sessuale negli individui che percepiranno tali connotati. Analogamente è avvenuto con altri aspetti della persona (inerenti le capacità, oppure la morale: ciò che è “bene” e ciò che è “male”, ciò che è “nobile” da ciò che è “ignobile”) e con tutte le esperienze di vita; ad esempio, raggiungere il successo nella società e negli affari è considerato importante; il suo contrario (non godere di grande considerazione sociale e condurre una vita modesta dal punto di vista finanziario) viene considerato segno di sfortuna e di poco valore nella persona.
Etichettiamo tutto a livello collettivo, e in base a tali parametri, desideriamo continuamente, sperando, costruendoci aspettative, e poi, inevitabilmente, deludendoci. Questo accade per una tendenza innata dell’uomo a cercare all’esterno la completezza che ha dentro di sé e che – in questa esistenza, separatosi dall’Unità di tutto ciò che è – non riesce più a trovare.
Situazioni, oggetti, persone, diventano dei palliativi a cui ci attacchiamo nell’inconscio tentativo di ritrovare la nostra completezza. Completezza che è già lì, che già avete, se solo ve ne convinceste e rivolgeste l’attenzione dentro anziché fuori. Ma per fare questo, quasi sempre, occorre una guida ed un percorso.
Così, fino a che permane questo assetto, si resta costantemente protesi verso l’esterno, in ricerca di qualcosa che possa restituirci la consapevolezza della nostra divinità. Ci si accorge presto che nessun oggetto e nessuna persona che si possano ottenere potranno aiutarci in questo. Ma l’idolo, proprio perché è irraggiungibile, diventa il simbolo di ciò che dà completezza. E una parte di te vi si attacca.
A ciò, ancora, in alcuni casi, si aggiunge un fattore più prettamente psicologico: la possessività, il desiderio dell’esclusiva, l’appagamento provato nel poter riferire ai propri simili (animati dalle stesse idee ed illusioni) di essere entrati in possesso di un rapporto in qualche modo “preferenziale”, più ravvicinato, rispetto a quello avuto dalla maggioranza dei fan. L’avere avuto, sostanzialmente, “qualcosa di più”, che, come tutte le cose avute in più (per dono o per fortuna) l’uomo medio sente il bisogno di decantare.
Il sorriso che il tuo idolo ti ha regalato, il minuto che gli hai strappato, baciandolo, a dispetto dei dieci secondi mediamente riservati agli / alle altre fan, è qualcosa che ora ti appartiene, che è successo, che potrai sempre ricordare. Ma il ricordo è debole e sterile se coltivato in segreto. Una strana dinamica mentale presente nella mente collettiva fa sì che ci si senta più appagati se si riesca ad informare tutti i propri “pari” dell’esclusiva che si è avuta. Ma non solo: si cercherà fare di tutto per avere simili esperienze per poi poterle raccontare.
Così vivendo, tuttavia, insegui un’ombra e non ti prendi sufficientemente cura di te.
La persona fisica ammirata dai più, in verità, altro non è che un tuo simile, uno tra sette miliardi presenti su questa Terra, molti dei quali potrebbero possedere le stesse medesime qualità artistiche, la stessa sensibilità, la stessa intelligenza, e finanche la stessa attrattività fisica, e ciò nonostante – per non avere incontrato le persone giuste al momento giusto – sono rimaste sconosciute, e quindi catalogabili tra le “persone comuni” che potresti incontrare per la strada.
Osserva, per una volta, una videoripresa in cui si mostrino file e file di adolescenti o giovani in attesa all’aperto per incontrare un certo personaggio.
Prova a farlo senza provare coinvolgimento.
Pensa ora ad altre riprese che puoi aver visto nella vita o ad episodi di cui hai sentito parlare, in cui la folla inferocita ha cercato di linciare una persona.
Il meccanismo è esattamente lo stesso, benché nei due casi (adorazione dell’idolo e linciaggio) l’azione compiuta sia differente.
Masse di persone sono animate da un medesimo desiderio, o ancor meglio: da un medesimo proposito, e da una stessa energia emozionale che le spinge a muoversi e a continuare ciò che stanno facendo.
Nel primo caso, in preda ad un entusiasmo e ad un brivido che non si sa spiegare, per andare a sentire un po’ d’estasi nei pochi secondi di incontro che vi potranno essere; nel secondo, in preda all’ira.
Ripensa a te nei momenti in cui hai sostato davanti al palco, o in una fila.
Una forza agiva in te. E se ti chiedessi di descriverla, non riusciresti.
Quando l’ho fatto, mi è stato sempre risposto: “Maestro [o: Alessandro], non posso spiegartelo. E’ una cosa che sento. L’emozione, o c’è, o non c’è. E per questo personaggio io sento qualcosa che non provo per nessun altro. Sento che è grande, e basta“.
Questa risposta, che amorevolmente rispetto, ci porta alla conferma della nostra ultima constatazione: l’uomo comune è in preda a forze ancora sconosciute, sottratte al controllo della sfera della ragione; forze irrazionali che ne dirigono le azioni ed i sentimenti.
Se è stato così facile pilotarti in una piazza a sostare sei ore al gelo, potrebbe essere altrettanto facile, per qualcuno esperto in materia, portarti all’interno di un gruppo che sia spinto ad eseguire un linciaggio.
Lo faresti, benché razionalmente tu possa sostenere il contrario, e la sola idea possa sconcertarti.
Lo faresti, perché in tali occasioni, la pancia prevale su cuore e mente. Le emozioni del piano astrale vanno fuori controllo e finiscono con il possedere l’intera persona. Senza tralasciare che nei piani intermedi vi sono altre intelligenze (entità, demoni, anime vaganti o che dir si voglia) che – di propria iniziativa o sotto un comando di tipo magico – sono pronte a fornire rinforzi all’azione intrapresa attaccandosi alle corrispondenti energie emozionali che tu hai creato e trattieni.
Questo, è ciò che già in te accade quando ti lanci verso il tuo idolo, spinto/a da una forza – in parte, sicuramente formatasi in te – che non conosci. Tu ancora non ti conosci, perché devi riconoscere che una forza sconosciuta ti ha portato/a, con centinaia o migliaia di persone, ad adorare qualcuno. Qualcuno sicuramente bravo e dotato, ma non più dotato di molti altri anonimi che tu non adoreresti sicuramente, né saluteresti e ai quali non chiederesti l’autografo se ti camminassero di fronte, dal momento che non ti sono stati presentati dalla televisione e da internet.
Quanto detto è facilmente comprensibile attraverso una metafora che è possibile realizzare attraverso un esempio pratico.
Prendi una calamita e della polvere di ferro, distribuisci un po’ di polvere ferrosa su un tavolo e poi passa la calamita a pochi millimetri dalla polvere. Avrai la capacità (usando la calamita) di attirare la polvere e dirigerla dove tu voglia.
La calamita attrae la polvere. La polvere segue la calamita, con un movimento collettivo, senza che sia più possibile distinguerne le singole parti, poiché tutte sono animate (o meglio, attratte) dalla stessa forza.
Abbandona la metafora e pensa, ora, alle file di persone che, come te, in stati alterati di coscienza, hanno affrontato viaggi per andare ad incontrare una persona famosa. Se osservi dall’alto e da lontano, vedrai che il paragone è possibile e sensato: rischi di essere una briciola sotto l’effetto magnetico di qualcosa che ti usa. Vuoi essere questo?
Se è stato possibile alla mente collettiva programmarti, e se è stato possibile al Mondo (con i suoi poteri) agitare in te queste forze e quindi comandarti, altrettanto queste forze potrebbero fare per instillare in te stati d’animo collerici e a spingerti ad azioni di ben altro genere.
I maghi sanno questo. In gioventù, dopo essermi liberato dal mio asservimento a questo tipo di sistema, ho effettuato qualche esperimento su alcune persone consenzienti, ben attento a che non si producessero reali conseguenze dannose: ebbene, posso confermarti anche dalla mia personale esperienza che è così: se non conosci te stesso, uno di noi può farti provare l’emozione che desidera, farti svegliare incollerito tanto da decidere di lasciare la tua casa o finanche di compiere un delitto.
In questo momento, tutto ciò che vedi, senti e sai, è che ci sono alcune persone famose, che tu conosci in quanto i mass media te ne hanno parlato; persone che tutti i tuoi simili seguono, e che tu ritieni essere divini, magnifici e per i quali, forse, dichiareresti di dare la vita.
E’ un processo tutto interno a te. Tu porti il Potere divino, ma ancora non lo conosci. E giochi, giochi senza sapere, con le immagini mentali. Giochi a dirigere all’esterno il tuo potere, giochi a dare il tuo potere ad altre figure, a dar loro il potere di farti provare l’estasi di sentire ciò che tu sei.
sognareC’è chi nasce per essere un grande sogno e chi nasce per sognare, dicono molti adolescenti. In un certo senso è così, perché la crescita ed il risveglio si conseguono con gradualità, e c’è una fase per tutto.
Per questo, non vi sono giudizi che possano avere un senso in questo campo. Pertanto, puoi continuare a trascorrere la tua intera vita in questo modo, prendendo bus e treni e trascorrendo all’aperto ore ed ore per arrivare a goderti dieci o venti secondi di estasi con il tuo idolo. Sperando di ripetere l’esperienza quanto prima.
Negare, non ti sarebbe di aiuto. Tenere tutto dentro di te, rifiutandoti di ammetterlo con le persone che conosci e finanche con i tuoi futuri partners, non ti aiuterebbe a risolvere la tensione che senti dentro, né a costruire rapporti affettivi autentici. Tra l’altro, ove, per avventura, il tuo idolo si presentasse a te e pretendesse che tu trascorressi la notte con lui senza altre possibilità di pensarci o di rimandare, ebbene, qualunque piano tu avessi programmato con il tuo partner, è quasi certo che annulleresti tutto per vivere il tuo momento con l’idolo. E sarebbe la cosa più giusta da fare, perché tramite quella scelta, ti ameresti. Faresti ciò che volevi veramente fare.
Però, se hai riconosciuto in te quanto ho descritto, e se hai quindi riconosciuto che a farti agire, in realtà, è una parte di te che ancora non hai conosciuto, e che forse ha subito a sua volta l’influsso di una programmazione da parte della società, ebbene, sarebbe nel tuo interesse iniziare un lavoro di autointrospezione che possa portarti a conoscerla e a smettere di esserne succube.
Conosci te stesso” era una frase riportata su una delle colonne del Tempio di Salomone, e nuovamente tornata in voga in questi decenni nell’ambito della psicoterapia e della new age.
Conoscendo te stesso/a, penetrerai nei tuoi antri più oscuri, smascherando le dinamiche inconsce che in te si sono create e che la società (con l’educazione impartitati e l’esempio mostratoti proveniente da amici più grandi e mass media) ti ha subdolamente installato sin dal momento della tua nascita.
Comprenderai che le persone che segui e che vai ad ammirare nei tuoi lunghi viaggi, sono soltanto tuoi simili che qualcuno, nei giochi di potere, ha patrocinato e supportato, talvolta (benché non sempre) allo scopo di soddisfare interessi economici.
Comprenderai quindi di essere stato/a vittima di strumentalizzazione, avendo fatto parte, più volte, di masse di persone mosse sotto programmazione installata nella mente collettiva dai poteri dominanti nella società.
Comprenderai quanto sia opportuno ricordare chi tu sia realmente.

Non potrei dire di avere terminato questo lavoro se non facessi cenno ad un’ultima possibilità: quella che il tuo idolo, o la celebrità per cui provi simpatia e senti affinità, faccia parte della tua cd. “famiglia di anime”.

Si giunge qui in gruppi, e in qualche modo, i ruoli sono assegnati. Ci si è dati (a livello animico) dei compiti, delle missioni, che possono comportare anche il diffondere semi di saggezza, o stimoli ad aprire il cuore ed aumentare l’amore, o la fiducia in se stessi, attraverso l’arte (canzoni, recitazione, ecc). Ad ogni “giro”, si sceglie a chi toccherà fare da Tramite e quindi essere esposto e rivolto alle masse di persone che necessiteranno di ritrovare se stesse e che potrebbero trarre beneficio da quella forma artistica. L’effetto “collaterale” è che la persona che funge da tramite, rischia di essere considerata un dio.
E nel vedere tante ragazzine così concitate, viene spesso da pensare che quelle anime stiano riconoscendo, a livello profondo, un’anima come loro, appartenente al proprio gruppo, che per “accordi” presi in altre dimensioni, ha l’incarico di star lì, esattamente dove sta. Il fatto di sentire questa comunanza, questa “parentela” profonda, può essere il detonatore di tanto pathos per alcune persone.
A prescindere da tutto questo, se sei completo/a e senti forza, pace e felicità in te, è impossibile che tu possa destabilizzarti così tanto emotivamente. Se sai di essere la Completezza (che è in ognuno di noi), non sei nel bisogno di alcunché.
Ricordati chi sei” è un’altra frase spesso molto in voga, che avrai forse udito nel famoso film “Il re Leone”.
Ricordando chi sei, avrai conoscenza di te stesso, o di te stessa, in tutti i tuoi aspetti: mentali ed emozionali, sia nel tuo lato conscio che inconscio.
Imparerai delle tecniche graduali con cui avrai la possibilità di dissolvere i programmi che in te possono essersi installati subdolamente ed ancora trovarsi, ed imparerai a riportare ogni energia di gioia ed entusiasmo a Casa, ovvero, nel tuo cuore, in modo tale che tu non abbia più a sentirti in uno stato di incompletezza, ma possa percepire in te, eternamente, l’Infinito. E consapevole di questo, tu possa “giocare” con questa Immensità attraverso un consapevole rapporto con ogni tuo simile che tu possa incontrare.
Un rapporto che – una volta raggiunto l’apice dell’illuminazione – necessariamente sarà improntato al rispetto, sulla consapevolezza che l’altro ti riflette, o meglio, l’altro (sia il famoso personaggio, il leader politico, l’essere più attraente, l’essere più repellente o l’emarginato che transita per la strada e nessuno saluta) è il tuo riflesso. Il che significa che sei tu.

In un certo tuo livello, tu sai tutto questo.
Ricordi alcuni episodi in cui ti sei recata/o ad un evento firmacopie, sognato e preparato da settimane o mesi, e poi, sull’attimo di abbracciare il tuo idolo (o i tuoi idoli), ti sei limitata/o ad un saluto molto formale in totale serietà, senza mostrare nemmeno un sorriso?
Serietà che è uscita anche nella fotografia che è stata scattata.
Ti sei chiesta/o più volte il motivo di un tale contegno, ed hai cercato di giustificarlo anche sui social, alcuni giorni dopo. Eppure, qualcosa è accaduto.
Posso spiegartelo. Non si trattava di blocco da emozione, giacché se così fosse stato, il tuo corpo avrebbe mostrato diversi segnali non verbali, tra cui rossore in volto, commozione, impossibilità di parlare associata ad un’estasi visibile anche tramite il respiro. Non era questo il problema.
Ti è accaduto quanto accadeva anche a me in altre circostanze, e quanto accade a molte altre persone.
La lontananza fa crescere la libido, come già Freud sosteneva.
Il gioco di attrattività è stato esclusivamente mentale. Il software collettivo ti ha presa/o, e per settimane, nella lontananza, hai sognato. Ma il software non ha potuto ingannare una parte di te, quella che si è accorta di quanta energia hai impiegato nell’adorazione di queste persone, nei viaggi fatti, nelle lunghe soste di attesa, spesso al freddo. In tutto questo, hai sacrificato te stessa/a. E per cosa?
Per l’essere umano in carne ed ossa che è lì, davanti a te, con il suo sorriso. Uno come tanti altri, o comunque, una persona.
Nel momento della vicinanza, colui o colei che hai idolatrato, si rivela essere per ciò che è: nel qui-ed-ora, una persona. Alla quale, quella parte di te, potrebbe aver voglia di dire: “Stronzo, mi hai preso, e mi stai usando per nutrirti della mia energia!”.
Poteva avere un senso l’impiegare ore a scrivere e commentare articoli sui social, scrivere fanfictions, litigare con i familiari per ottenere il permesso di arrivare sin lì, trascorrere ore al gelo, per salutare una persona?
Proprio nel momento di guardarla negli occhi, la realtà si rivela – ad una parte di te, forse ancora inconscia – per ciò che è. E proprio l’inconscio, che è la parte predominante in te come in ognuno ed ha la “direzione” degli stati d’animo, ha deciso che proprio non si poteva sorridere. Quell’espressione seria e quasi seccata, è un messaggio per te così come per loro: è come si sente trattata la tua parte predominante e non soggetta all’illusione. Una nullità, una serva, un’adoratrice di altri esseri umani. Si potrebbe forse ridere?
No, non si può. Eppure, finito il tutto, con il passare dei giorni, la distanza aiuta l’illusione a ricrescere, e tutto ricomincia. Forse in modo più lieve, per diventare ancora più lieve alla successiva occasione. Per talune persone la liberazione vi sarà attorno ai venticinque anni. Per altre non è ancora avvenuta a sessanta.
Se hai vissuto la particolare esperienza di cui ho parlato, non potrai non concordare con la lettura che ti ho fornito. L’unica soluzione alternativa è sottoporti ad una seduta di ipnosi regressiva in cui tornare indietro nel tempo, rivivere il momento dell’incontro ed analizzarti con una lucidità che ti è sempre stata sconosciuta in quei trafelati momenti di stress e confusione.
Lo ripeterò: ricordando chi sei, avrai conoscenza di te stesso, o di te stessa, in tutti i tuoi aspetti: mentali ed emozionali, sia nel tuo lato conscio che inconscio.
Imparerai delle tecniche graduali con cui avrai la possibilità di dissolvere i programmi che in te possono essersi installati subdolamente ed ancora trovarsi, ed imparerai a riportare ogni energia di gioia ed entusiasmo a Casa, ovvero, nel tuo cuore, in modo tale che tu non abbia più a sentirti in uno stato di incompletezza, ma possa percepire in te, eternamente, l’Infinito. E consapevole di questo, tu possa “giocare” con questa Immensità attraverso un consapevole rapporto con ogni tuo simile che tu possa incontrare.
Un rapporto che – una volta raggiunto l’apice dell’illuminazione – necessariamente sarà improntato al rispetto, sulla consapevolezza che l’altro ti riflette, o meglio, l’altro (sia il famoso personaggio, il leader politico, l’essere più attraente, l’essere più repellente o l’emarginato che transita per la strada e nessuno saluta) è il tuo riflesso. Il che significa che sei tu.
Questa è Liberazione, questo è recuperare la propria divinità, è il compimento della Grande Opera di cui parlavano gli alchimisti e tutti gli iniziati alle maggiori tradizioni esoteriche. Ma, ancor prima, è dissolvere con un sorriso ogni illusione, ogni tentativo che è stato fatto per strumentalizzarti; questo è aver ritrovato l’Infinito dentro di te.
Aderendo a particolari sentieri già battuti dalle vie del Tantra e dello Yoga, oggi ri-attualizzati e proposti attraverso nuovi sistemi anche abbinati all’ipnosi, tutto questo è possibile. Deprogrammarsi da software che non ci appartiene, installatoci a nostra insaputa. E ti sarà possibile conoscerle. Un modo di farlo è cercare di contattarmi.

Che tu ritenga di rientrare o meno nei casi descritti in questo articolo, e che tu ritenga o meno di ricavare un beneficio intraprendendo un qualche percorso di autoconoscenza, non dimenticare una cosa:

se proprio senti il bisogno di avere un idolo, ricorda che il tuo primo idolo sei tu.

Shiayvam Atothas

Dorje Shiayvam Atothas
(Dott. Alessandro Segalini)

Maestro di Tecniche Tantriche
Grand Master Reiki (18° liv.)

Founder of Amethyst Yoga

Listed in the “Teachers” page (presence in the world) of the World Yoga and Ayurveda community
http://www.worldyogayurveda.net

Affiliated to the European Yoga Federation
www.europeanyogafederation.net

Facebook: www.facebook.com/alessandrosegaliniofficialpage
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Youtube:
Amethyst Yoga Channel – www.youtube.com/user/Atothas77

Leggendo questo articolo, hai sentito risuonare in te qualcosa di particolare?
Hai avvertito il desiderio di saperne di più e di provare ad intraprendere un percorso di autoconoscenza per liberarti da quelle che consideri catene?

In tal caso, la prima cosa che ti consiglio di fare è di leggere questo libro, che potrai ordinare sia online, sia nelle librerie fisiche tra cui gli stores Feltrinelli e Mondadori

Autore: Alessandro Segalini
Titolo: Lo Scettro del Comando. Nozioni di Magia pratica.
Edizioni: Youcanprint
Codice ISBN: 9788827823378

Il testo trasmette insegnamenti iniziatici volti al conseguimento del Potere.
Attraverso trattazioni alla maniera tradizionale e dialoghi tra maestro ed allievo, il libro propone e disvela un percorso, volto anzitutto a conseguire la signoria interiore attraverso la conoscenza di se stessi, del proprio sistema di pensieri consci ed inconsci, e del proprio apparato emozionale.
Al conseguimento del Controllo interiore, segue un instradamento al conseguimento del Controllo sul Microcosmo (il mondo esterno, le altre persone) attraverso suggerimenti e l’esposizione di alcune tecniche antiche e moderne, tra cui la telepatia e la suggestione a distanza.
Un testo che – senza la pretesa di esaurire la materia né di completare l’insegnamento – può fornire le prime nozioni di base e le indicazioni necessarie a muovere i primi passi nel Maneggio energetico.

 

Una seconda possibilità – sia per chi abbia letto il libro, sia per chi non lo abbia letto – è quella di un incontro conoscitivo, una vonsulenza con me, in cui valutare di eventualmente intraprendere un percorso di coaching emozionale, in cui potremo servirci di tecniche di rilascio emozionale, riprogrammazione dell’inconscio, ipnosi regressiva. I contatti sono quelli indicati sopra, di cui ti ricordo la email: reikimilano@alice.it

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