Rifiutare una persona

di Dorje Shiayvam Atothas

Tante volte, nelle più svariate occasioni, vi sarà capitato di imbattervi in qualche persona che si è mostrata estremamente interessata a voi.
Talvolta, potrà essersi trattato di un incontro casuale, talaltra di persone che avrete incontrato più volte.
Ove l’interesse sia stato reciproco e sia evoluto in altro, una relazione nasce e ciò non costituisce (almeno sul momento) un problema. Ma cosa accade qualora l’interesse dimostrato dalla persona (sia essa incontrata per la prima volta o già conosciuta) non sia da voi corrisposto?
Si innesca la dinamica del rifiuto. Proprio su questo aspetto sarebbe necessario capire di più, e proprio a questo aspetto sarebbe necessario prestare la massima attenzione.Dorje Shiayvam AtothasChi non sa mai dire di no, ovviamente dice sempre “sì”, oppure cercherà di non rispondere, tentennando, cambiando argomento ed evitando tutte le occasioni e circostanze in cui potrebbe essere chiamato a dare una risposta chiara e certa.

Molti studiosi dell’essere umano hanno perciò affermato che un fondamentale atto di amore verso se stessi (atto preliminare ad esprimere l’amore verso l’altro) è il saper dire di “no”. Affermazione che, in campo affettivo e relazionale, è andata per la maggiore.
Sicuramente il trovare il coraggio di essere se stessi, comunicare ciò che si sente e manifestare i propri desideri (ciò che si vuole e ciò che non si vuole) è un passo importante, psicologico, ma anche energetico. Ma, una volta riconosciuto ciò, possiamo veramente affermare che l’atteggiamento di negare e negarsi insistentemente (e spesso, sistematicamente) in talune relazioni interpersonali di carattere privato sia sempre vantaggioso e salutare per l’essere umano e per la sua vita?
Purtroppo, no.
La ragione, è ciò che analizzeremo ora sotto il profilo esoterico.
Ogni individuo vive su più livelli, alcuni dei quali non visibili e non identificabili dall’attuale scienza.
Tra questi, vi è il piano delle emozioni, che in gergo esoterico si chiama “piano astrale”. Su tale piano – assieme ad entità disincarnate e ad entità di persone defunte che vi transitano temporaneamente – sperimentiamo le emozioni.
Nel piano superiore – il piano “mentale” – l’uomo è come un computer in cui viene installato un sistema operativo e quindi delle applicazioni. Ogni cosa in cui crede, o che è abituato a fare, o che gli piace fare è – a ben vedere – il risultato di convinzioni che ha introiettato in qualche momento e da qualche parte.
I programmi sono prevalentemente di due specie: desiderio e aspettativa.
Desidero qualcosa (o qualcuno, è indifferente), cercherò quindi di ottenerlo. Creerò l’attaccamento a ciò che mi piace, cercherò (se lo ottengo) di tenermelo stretto, e in me si creerà – anche in modo inconsapevole – una aspettativa: mi aspetterò che le cose continuino ad andare avanti come desidero e come vanno.
Ebbene, ove per qualsiasi ragione io abbia a perdere ciò a cui mi sono attaccato, in me vi sarà un’esplosione che investirà il piano astrale, e che sarà, quindi, una tempesta emotiva.
Con effetto “domino” – come ognuno avrà ben sperimentato – le disarmonie nel livello astrale si ripercuotono sui livelli più densi, ovvero l’eterico e il fisico, somatizzandosi in contratture muscolari, crampi e dolori cronici vari (quando va bene), oppure in vere e proprie patologie, che possono arrivare nel tempo fino al cancro.
Ora, è importante sapere due cose:
1) le disarmonie sul piano mentale, astrale, eterico e fisico (somatizzazioni, malattie) di una persona, possono prodursi anche come effetto dell’influsso proveniente da altre persone in preda a forti risentimenti;
2) tra le aspettative che una persona può coltivare (ed ognuna ne coltiva), vi è anche quella che la propria vita non debba essere qualitativamente peggiore di quella di qualcun altro, sotto ogni aspetto: economico, sociale, affettivo, sessuale. Ove così non sia, ove la vita di qualcuno sia considerata più felice della propria, ecco generarsi invidia e risentimento.
Vi sarà facile rifletterci e riconoscere la verità di queste parole. Avete una crisi nella coppia, siete sull’orlo della separazione, mentre sapete che i vostri vicini di casa, da anni, conducono una vita familiare apparentemente normale e mostrano in ogni occasione il sorriso. Guardandovi dentro onestamente, come vi sentite? In molti potrete ammettere di affermare internamente un “non è giusto!”. Che cosa non è giusto? Non è giusto che quelle persone vivano eventi felici ed armonici mentre io non ho questa possibilità.
Si può proseguire. Ove così fosse, ove effettivamente quelle persone stiano vivendo un momento felice ed altri no, in base a che cosa una parte di voi (generatrice di rancore) afferma che non è giusto? Qual è il criterio?
E’, appunto, un programma che afferma la parità. Tutto deve essere uguale, ognuno deve avere la medesima quantità e qualità, e se qualcuno riceve di più, occorre ristabilire subito l’equilibrio.
E’ lo schema che si manifesta nell’educazione dei più piccoli, allorché un genitore (o un baby-sitter, o un insegnante di scuola primaria) distribuisce un regalino ai bimbi, e qualcuno di essi – laddove noti che qualcuno ha ricevuto di più – lo fa immediatamente notare. “Se l’altro ha di più, non va bene”. E’ uno schema che si perpetua sul Pianeta da quando è presente l’uomo.
Molto si potrebbe dire a questo riguardo ove decidessimo di elevare il punto di osservazione. Molto potremmo approfondire in merito al senso profondo che ogni accadimento ha, e all’incapacità di ogni essere umano (per quanto alto sia il proprio livello evolutivo) di ricomprendere in una visione d’insieme il disegno della propria vita e della vita altrui. Tuttavia, occorre prendere atto che, nella maggior parte delle persone, questi schemi si manifestano.
Lo schema dell’esigenza di uguaglianza è infatti presente in ogni persona (ovviamente, che già non sia a tutti gli effetti un Buddha), anche in quelle che – spinte dall’odierna ondata new age o a seguito di un lungo lavoro di psicoterapia – hanno elaborato il problema a livello intellettuale ed affermano di conoscere tali dinamiche e di essersi affrancate da tali schemi. Ebbene, una parte di esse, sia anche soltanto la parte definita inconscia, ha conservato tali programmi e se li tiene stretti.
Tutto sarà ora più chiaro.
Siete in un gruppo di persone, reale o virtuale, in cui tutti hanno, almeno potenzialmetne, la possibilità di interagire o di conoscersi.
Un soggetto (chiamiamolo con la lettera “A”) attira una certa attenzione in tali individui, prevalentemente di sesso opposto.
Corre voce che tale persona abbia intrattenuto od intrattenga frequentazioni di carattere sessuale-affettivo con alcuni membri di questo gruppo.
Tutti lo vengono a sapere.
Nel tempo, alcuni di quei soggetti che si sentono attratti dalla persona “A” e con cui non vi è mai stato alcun rapporto di tal genere, decidono di mostrarsi per ciò che sono, con i propri desideri, e di esternare quindi la propria attrazione, proponendosi.
“A”, si rifiuta. Forse gentilmente, forse declinando la proposta in modo scherzoso, oppure – magari dopo ripetute interazioni – in modo netto e chiaro.
“A te no”, “a te mai! “.
Come suona tutto questo nella rappresentazione dell’altro?
Suona così:
“A si è data a Tizio, Caio e Sempronio, ma non desidera darsi a me e non intenderà farlo MAI”. Ciò – proprio come accade tra bambini – significa che “Tizio, Caio e Sempronio hanno ricevuto da “A” il dono del suo corpo, sia pure occasionalmente. Io non l’ho ricevuto e non lo riceverò MAI”.
Cosa accade? Si attiva lo schema visto sopra e si genererà nelle persone respinte (consapevolmente o anche soltanto inconsciamente) una tempesta emotiva che genererà risentimento e rabbia.
“Non è giusto!”, “Questa disparità va ripristinata” dirà una parte della persona, generando sempre più energia densa.
Come fare, in tal caso, a ripristinare qualcosa in un tema così delicato? E’ evidente che la persona “A”, come chiunque, non possa essere o sentirsi obbligata ad intrattenere rapporti sessuali o finanche una storia affettiva con chiunque e con chi non senta di desiderare sotto quell’aspetto.
Si desidererà, quindi, che sia la persona stessa (“A”), a capirle che il suo comportamento ha causato una disarmonia, e dovrà comprenderlo affinandosi intellettualmente ed emotivamente. E per altro set di schemi presenti nel piano umano, sempre visibile nei bambini, si desidererà che la persona in questione viva una “lezione”.
“Così impari!! ” dicono i bambini dopo aver colpito qualcuno a seguito di un episodio in cui hanno ritenuto di aver subito un torto.
Quel “così impari”, che appare ai più come uno stadio evolutivo embrionale da affinare, è sacro: contiene l’attestazione della consapevolezza di ogni Anima, che si è sulla Terra per imparare.
“Quel bimbo mi ha buttato la sabbia in un occhio! Ora anche io gli ho gettato la sabbia nell’occhio. Lo so che piange e che è una cosa brutta. Ma così impara!!! ” è un tipico esempio di quanto andiamo affermando.
Se sarete onesti verso voi stessi, guardandovi dentro, potrete riconoscere che in una parte di voi, questi schemi sono ancora presenti. Forse li avrete affinati, li avrete adattati al comportamento di una persona “adulta” che non tira schiaffi o non lancia oggetti, li avrete trasformati in sofisticate manovre di sabotaggio politico, economico o relazionale tra colleghi, amici e conoscenti, ma questi schemi sono ancora lì.
Tornando quindi al caso di chi si senta rifiutato, nel novanta per cento dei casi, il rifiutato soffrirà. Ogni caso è a sè stante e dipende dall’effettivo coinvolgimento, dal grado di attrazione provata e – soprattutto – dal passato della storia della vita di quella persona. Ma in tutti i casi, soffrirà per vedersi negare qualcosa che (sia unicamente sesso o un pieno rapporto affettivo più profondo) è stato dato a qualcun altro.
La persona ha esercitato il suo diritto di scelta, dandosi all’altro e non a te. Ne è libera, tutelata dalle leggi ed anche dall’etica. Eppure tu soffri e senti in una parte di te che questo non è giusto.
Senti l’innata esigenza che quella persona (tale “A” che ha fatto le preferenze) debba imparare qualcosa. Senti echeggiare il “così impari” che tanto spesso hai utilizzato o comunque sentito utilizzare tra bambini. E nel suo caso come potrebbe imparare, e soprattutto COSA?
Dovrebbe imparare come ci si sente a sentirsi rifiutati. Forse avrà sperimentato esperienze simili, ma quand’anche fosse, una parte di te riterrà che se il risultato attuale è questo, la “lezione” non sia bastata. E quindi, dentro di te desidererai che tale persona – che a te si è negata e ha affermato, magari, di negarsi per sempre – venga a sua volta rifiutata, e per sempre.
Finisci col desiderare, almeno inconsciamente, tale circostanza, e la carichi del risentimento e della collera (talvolta è vera e propria ira) che senti sgorgare dentro di te e che non riesci in alcun modo a controllare, perché è fuori dal tuo controllo.
Forse, inconsciamente, visualizzi anche la persona (colei che ti ha rifiutato) soffrire e trovarsi sola. E nuovamente, forse potresti non accorgertene consciamente, potresti addirittura sentirti in colpa ove qualcuno te lo facesse notare, o sentirti indignato/a leggendo le righe di questa pagina. Eppure ti garantisco che – eccettuata qualche persona, all’incirca una su cento – anche in te, probabilmente, tutto ciò avviene a livello inconscio.
In base a ciò che osservavamo prima, una forte volontà, unita all’immaginazione e ad un intenso stato emotivo, è in grado di muovere energie atte a far succedere ciò che si desidera. Questo, i maghi lo sanno bene.
Anche senza uno specifico indottrinamento in campo esoterico, ove l’odio sia covato per mesi o addirittura anni, il danno può prodursi e quindi, la vita affettiva e sessuale dell’individuo che si è spudoratamente concesso ad alcuni e rifiutato ad altri, può iniziare una caduta dalla quale potrebbe non risollevarsi più.
Ciò, in quanto una forte volontà associata ad una forte emotività può essere in grado di “trascinare” con sé altre volontà, sia sui piani sottili che sul piano terreno degli incarnati. Accadrà così che alcune persone si metteranno a comportarsi (senza accorgersi del motivo) in modo aderente a far accadere ciò che il soggetto infuriato ha desiderato (e non andremo in altri particolari per non fornire ad anime impure strumenti per nuocere al prossimo).
In altri casi, sebbene gli effetti non andranno a prodursi in modo così mirato, il soggetto “bersaglio” sarà comunque raggiunto dalla rabbia e dalle energie dense scagliate (anche soltanto inconsciamente) nel piano astrale dal soggetto rifiutato.
Ciò che accadrà dipenderà dal campo energetico del “bersaglio”, dalla propria vibrazione, dalla capacità energetica di dissolvere eventuali energie dense arrivate. Ma in ogni caso, questo invio provocherà un dispendio di risorse e di energia e potrà essere avvertito con sbalzi di umore, disturbi del sonno, e – per i più sensibili – brividi, sensazioni di vento freddo, dolori in alcune parti del corpo, o l’insorgenza di vere e proprie malattie.
Questa dinamica avviene quasi in ogni interazione. Te ne stupisci?
Non dovresti. Ti basterà osservarti per un periodo di un mese in ogni vicenda tu ti trovi a vivere, in campo affettivo come in campo lavorativo o sociale, e riconoscere i momenti in cui (ritenendo di essere vittima di preferenze o discriminazioni) una parte di te si accende e proietta nell’universo l’esigenza che giustizia sia fatta.
Ovviamente vi sono soggetti più deboli in cui tali schemi attecchiscono maggiormente, con il rischio di produrre reazioni più pericolose; anche in questo caso, non si può fare nulla per cambiare le cose. Abitano la Terra sette miliardi di esseri umani, ognuno dei quali con una propria personalità (funzionante con programmi molto simili, ma portante nella memoria una storia unica), propri desideri, proprie aspettative che, nel passato, possono essere stati soddisfatti o disattesi, con conseguente maggiore o minore creazione di risentimento pronto ad esplodere.
Pubbichi su Facebook i tuoi eventi affettivi e sessuali. Posti le foto del tuo partner, metti i cuori, dichiari al mondo intero la tua felicità.
Già in quel momento, in molte persone non altrettanto felici, sgorgherà invidia. Fisseranno quella foto “gridando” al cielo che non è giusto, e che dovrebbero verificarsi in alternativa due cose: o anch’esse dovranno ricevere altrettanto, oppure chi ha, smetta di avere.
Purtroppo, in stati di coscienza pessimistici e collerici di bassa vibrazione, è pressoché impossibile attirare a sé eventi di luce e prosperità che coinvolgano stima, amicizia ed amore di altre persone. Pertanto, l’unico evento che andrà a verificarsi sarà quello della seconda alternativa: che chi adesso ha, smetta di avere, entrando in una condizione di solitudine o di sfortuna simile a quella del soggetto invidioso.
Questo è il motivo per cui molte coppie che hanno postato la fotografia su facebook, si sciolgono (spesso in malo modo) dopo pochi mesi. Avete mai provato a chiedervi se tra le 80 o più persone che hanno messo il “like” o commentato, ve ne fossero alcune che – anche soltanto inconsciamente – non abbiano proiettato nell’universo invidia, collera e desiderio che tutto finisca?
Ad ogni modo, torniamo al nostro esempio. La storia è finita, le persone tornano nello stato di single.
Ora, il fantomatico soggetto “A”, tornato single, risulta, per tutti, libero e quindi avvicinabile.
Provi a tentare un approccio, memore del fatto che “A” si è concessa ad altri e a qualcun altro molto recentemente.
La risposta che ricevi è un secco “no”, eventualmente unito ad un “non mi avrai mai” o (più volgarmente e detto da donna) “non te la darò MAI !!”.
Le conseguenze possono essere gravissime e tragiche, ove tale risposta sia percepita da un certo tipo di soggetto che non abbia svolto un particolare lavoro sulla propria sfera emotiva, possieda una forte mente e forti energie sul piano astrale, si senta solo, insoddisfatto della propria vita ed abbia nella sua memoria un passato di rifiuti simili.
Un tale soggetto potrebbe – anche soltanto inconsciamente – riversare tutta la rabbia accumulata negli anni – sull’autore di quel “mai”, proferito o scritto in e-mail, sms, facebook od ove sia. Potrebbe non esserne assolutamente consapevole dal lato conscio, ma ciò non cambierebbe gli effetti: tonnellate astrali di collera (nel migliore dei casi), o tonnellate astrali di energia diretta come un laser sull’immagine (dall’autore creata e proiettata) in cui la vittima sperimenti i peggiori rifiuti e trascorra l’intera vita in solitudine od insoddisfazione, a controbilanciare quel “MAI” e al fine di farle imparare (“Così impari!!!”) come ci si possa sentire ad essere rifiutati per l’eternità.
Ancora una volta, ricorderemo: non ha senso alcun giudizio, non vi sono “pecore nere”. E’ pura matematica: un soggetto deluso e presente sul piano umano (con schemi e programmi annessi), ove si senta discriminato, reagirà. E quand’anche il soggetto abbia una spiccata intelligenza ed abbia svolto un onesto e serio lavoro spirituale, in quanto umano possiede una parte (il cosiddetto “sè inferiore” o “bambino interiore”) che tali programmi trattiene.
Amore verso se stessi, ed anche intelligenza, diventa – a questo punto – scegliere sempre la condotta più adatta al contesto, cercando di bilanciare l’amore per se stessi e per le proprie esigenze (anche di preferire questa a quella persona) con la necessità di salvaguardarsi dagli inevitabili schizzi di energia collerica che una parte del soggetto rifiutato sicuramente emanerà, al modo dell’eruzione di un vulcano.
Intelligenza sarà anche – almeno in alcuni casi – evitare di pubblicizzare eccessivamente aspetti della propria vita privata, tra cui la passione e la felicità vissuta nella coppia. Un’idea sarebbe quella di riservare tali confidenze e la condivisione di fotografie a persone care e vicine che, in quel momento, siano analogamente in un periodo di felicità e presumibilmente non si sentiranno “colpite” sotto alcun aspetto da ciò che verranno a sapere.
Ovviamente, come molti di voi non mancheranno di osservare, conseguenze si produrranno anche per il soggetto incollerito. Quanti e quali, e su quale livello si produrranno, dipenderà da quanto ne fosse consapevole. Tutti si cresce in base agli atti compiuti. Ma ciò non toglie che – dal nostro punto di vista – il campo energetico in cui ci troviamo (la società) funziona attraverso dinamiche che troppo spesso vengono trascurate.
Togliete quelle fotografie, smettete di postare immagini in cui vi baciate con il partner, e a maggior ragione, smettete di dichiarare che avete realizzato la completezza e la mostrate al mondo divulgando il vostro benessere. Automaticamente – come in una batteria vi è il polo positivo e negativo, come ogni energia individualizzata produce il suo opposto, come nel simbolo del Tao vi è il bianco e il nero – in un gruppo di persone andrete a risvegliare risentimento e collera verso l’esistenza che saranno proiettati verso di voi.
Provate, viceversa, a sentirvi sempre e comunque (in un certo senso) single. Alla fine, nasci e muori solo, chiunque tu sia e qualunque vita tu abbia condotto.
Prova a non sentirti perennemente ed unicamente identificato nella coppia a cui momentaneamente appartieni, e in ogni incontro (virtuale o reale che sia) aprirti all’altro come te stesso/a, in quanto tale, a prescindere dal tuo legame affettivo.
Ascolta l’altro, guardalo, penetralo, sorridigli e prova anche scrutarne l’animo. Sicuramente potrai avvertire gli strati di dolore che il suo animo possa portare, e potrai apprendere (in un dialogo di autentica condivisione) i suoi desideri, le sue esigenze e le sue eventuali recriminazioni verso la vita.
Una volta che ciò sarà avvenuto, porta il più grande rispetto per il tuo interlocutore, e ove si venisse a verificare l’imbarazzante situazione di rientrare nei suoi desideri affettivi o sessuali, mentre decidi, centrati.
Qualunque cosa tu avrai a decidere, rammenta ciò che dall’altro ti è giunto, e ricordando anche l’amore verso te stesso/a, ove tu decida di non coinvolgerti con chi ti desidera, cerca di essere trasparente mentre esterni il tuo rifiuto e di non adoperare in alcun caso la parola “mai”.
Dire “mai” significa non soltanto negare l’altro per ciò che è nella sua unicità, nella sua storia di vita e nella sua personalità, ma significa anche negarlo in eterno, oltre il tempo, togliendogli ogni possibilità che le cose possano cambiare, ogni possibilità che il suo desiderio possa, in un futuro imprecisato, essere realizzato. Significa togliergli quella che, in questo momento, è la speranza. Significa ucciderlo, e le conseguenze che una sua parte potrebbe provocare, sei tu ad averle accettate e permesse, come del resto bene l’odierna new age insegna.
Se inavvertitamente sposti l’osso ad un cane, potrai essere morso. Se inavvertitamente passi vicino ad una vipera, questa potrà avvelenarti. Ma ogni sincero animalista non riterrà in alcun modo di scagliare colpe sull’animale: tali comportamenti appartengono alla loro natura
Quell’animale è in ognuno di noi, e risiede nella zona della pancia. E’ il cosiddetto “animale guida” o “animale totem” di cui parlano molte tradizioni sciamaniche, l’Essere in grado di muovere potere in questo mondo. Il “Sè inferiore” di cui hanno parlato altri.
Anch’esso funziona secondo dinamiche proprie e merita – al pari di ogni creatura del regno animale – profondo rispetto, anche quando ritiene di doversi difendere e pertanto reagisce.
Puoi affrontare la vita di petto, puoi affermare la tua personalità imponendola sopra ogni cosa e disposto/a a tutto, ma ricorda che sei un minuscolo punto del campo energetico, in cui si trovano altri sette miliardi di punti come te, ognuno dei quali sta affrontando un dramma rivestito di schemi e posseduto da energie che non conosce e non controlla. Tieni quindi conto delle possibili conseguenze di ogni interazione.
“Non sono forse dodici le ore del giorno? Se si cammina di notte, si inciampa perchè non si vede la luce di questo mondo, ma se si cammina durante il giorno, ciò non accadrà” diceva Gesù. Chiaro monito ad esercitare discernimento ed intelligenza, e ad adottare ogni decisione tenendo ben presente il contesto in cui si vive.
Dorje Shiayvam Atothas

Dorje Shiayvam Atothas
(Dott. Alessandro Segalini)

Tantra Master
Grand Master Reiki (18° liv.)

Founder of Amethyst Yoga

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