Il feticismo nella sessualità

Il feticismo è definito come lo spostamento della meta sessuale (che, ovviamente, è l’oggetto del desiderio sessuale) dalla persona nella sua interezza ad un “sostituto”. Tale sostituto può essere una parte del corpo della persona, ma anche una particolare qualità della persona (ad esempio: eccitabilità per le persone che arrossiscono, a prescindere da ogni altro aspetto o qualità), oppure per un oggetto (ad esempio: biancheria intima) o una situazione (ad esempio, i temporali).
L’energia erotica si libera, nel feticista, prevalentemente od unicamente alla percezione del “sostituto” (chiamato anche “feticcio”, da cui il termine “feticismo).
Fino a pochi anni orsono, il feticismo veniva considerato una perversione e quindi segno di patologia.
Ai nostri giorni, si è iniziato a guardare al fenomeno (scopertosi molto più frequente di quanto si pensasse) attraverso nuove chiavi interpretative e attraverso la proposta di forme di aiuto non mirate a distruggerlo, bensì a circoscriverlo, a relativizzarlo, aiutando il feticista ad allargare il raggio delle proprie percezioni e quindi del proprio desiderio sessuale.
Dal punto di vista tantrico, nulla deve essere considerato perverso o malato.
Tutto rientra in un unico Essere (possa essere chiamato Dio, Logos, Brahaman o in altro modo). In tale concezione, tutto è Uno, e pertanto ogni cosa percepita (si tratti della luce del sole, delle devastazioni di una tempesta, della virtù di un santo così come delle scelleratezze di un criminale) deriva dalla stessa Sorgente.
Se l’Uno comprende ogni cosa, e dall’Uno tutto emerge, ebbene: anche il “negativo”, lo “sbagliato”, il “disdicevole”, il “perverso” ne è un’emanazione.
Questo aspetto (che approfondiremo a dovere in altre pagine) è molto importante laddove una persona, soprattutto in campo sociale e sessuale, avverta la propria diversità nel rapporto con la maggioranza dei propri simili.
feticismoSpesso subentra un senso di colpa o di vergogna che spinge la persona nella chiusura in se stessa e nell’impossibilità di prendersi verametne cura di sè per cercare un adattamento migliore.
Senso di colpa e vergogna sono condizioni dell’animo che si producono in esito a programmi mentali; programmi appartenenti alla matrix della mente collettiva.
Proprio da tale programmazione il Tantra vuole liberare l’uomo.

Sicuramente, in questo percorso di liberazione, rientra anche l’affrancamento da ogni forma di adorazione. Ma tutto deve avvenire per gradi e soprattutto senza alcuna censura interiore. Soltanto accettandosi nel qui-ed-ora, in ogni momento, per ciò che si è e si prova, è possibile andare alle radici di ogni emozione e di ogni schema.
Per questo, nel Tantra, tutto può essere sperimentato ed ogni fantasia è ammessa: in ogni intenzione, pensiero, desiderio ed atto, ebbene, Dio è anche lì per rivelarsi.

Dorje Shiayvam Atothas
(Dott. Alessandro Segalini)

Tantra Master
Grand Master Reiki (18° liv.)

Founder of Amethyst Yoga

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4 commenti su “Il feticismo nella sessualità

  1. Gentile maestro,
    sono una ragazza di 21 anni, di indole abbastanza socievole ma anche piuttosto riservata su ciò a cui tengo di più. Le scrivo in quanto vorrei un suo parere.
    Quando il contesto me lo permette, amo indossare scarpe basse tipo ballerina, sia per la forma estetica, sia per la comodità.
    Un ragazzo della mia compagnia, nelle occasioni in cui indosso questo tipo di scarpe, ha iniziato a tenermi d’occhio continuamente ed assumere comportamenti sciocchi ed infantili, con risate ed ammiccamenti vari.
    Da seduta se ho la gamba accavallata (come penso facciano tutte) ogni tanto faccio dondolare caviglia e piede, mentre quando sono in piedi per un lungo tempo, per cambiare un po’ la posizione e non fare la statua di cemento, mi reggo su un’unica gamba e metto l’altra di traverso un po’ piegata e qualche volta anche senza accorgermi la dondolo un po’, magari quando sento o penso le note di una canzone.
    Non ho mai fatto caso a tutto questo e posso dire che non me ne accorgo quasi mai.
    Purtroppo da un po’ di tempo tutto questo è diventato un problema! Lui infatti inizia ad osservarmi, e anche se parla con altri, sembra che i suoi occhi siano puntati sulle mie scarpe! Quando poi la scarpa mi si sfila dal tallone, questo mio amico interrompe qualsiasi altra conversazione e mi fa notare, con un sorriso nervoso, che sto togliendomi la scarpa, quasi come se volesse deridermi.
    Una volta stavo appendendo un cartello al muro e per arrivare all’altezza giusta (sono alta solo 1.65 :p) stavo in punta di piedi. Proprio mentre ero protesa in alto (ed evidentemente le scarpe mi si erano entrambe sfilate) mi sono sentita le dita della sua mano farmi il solletico sotto il piede, con la conseguenza che sono anche caduta a terra!!!
    Le farò un ultimo esempio per essere ancora più chiara: a casa di amici, era seduto per terra vicino a me mentre ero seduta sulla sedia (quindi con la sua faccia e i suoi occhi molto vicini al mio piede), alla prima occasione in cui la scarpa si è sfilata lui ha spinto con il dito e l’ha fatta cadere a terra in mezzo a tutti per mettersi a ridacchiare come uno stupido.
    Ma cosa vuole?? Fa tutto questo perchè ce l’ha con me, perchè quelle posizioni lo offendono, oppure c’è altro?
    Ora anche un altro del gruppo sta diventando come lui.
    Io non riesco onestamente a capire se questo atteggiamento sia dovuto al rapporto confidenziale che si è instaurato (in fondo ci si conosce da molto tempo e ci vogliamo bene) e quindi sia un atteggiamento goliardico su cui sorridere, o se questo sia palese feticismo dei piedi e quindi una malattia che dovrei fargli notare invitandolo a curarsi!
    Non so come reagire, a volte sono tentata di stare a debita distanza da questi due, oppure di non indossare più questo tipo di scarpe quando so di doverli incontrare. Non che mi facciano star male, ma la cosa mi imbarazza e mi innervosisce. Non sono quelle le attenzioni che mi piacciono, soprattutto se da amici.
    Vorrei un Suo gentile parere sul tutto ed anche un consiglio su come dovrei comportarmi.
    Chiedo scusa per il lungo papiro :p
    grazie

    • tantramilano il said:

      Carissima,
      grazie per l’interesse e la fiducia.
      se vogliamo usare siffatti termini, ebbene sì, il comportamento dei tuoi amici è feticismo.
      Se ancora vogliamo usare le categorie che vanno di moda di questi tempi, possiamo aggiungere che è considerato una “devianza”, ovvero un assetto psicologico che devia da ciò che è considerato “normalità” (prevalenza statistica) nelle relazioni ed anche nel modo di vivere la propria sessualità, e per il quale spesso la psicologia e la sessuologia segnalano l’esigenza di attivarsi per cercare di “guarire” il problema.
      Oggi, i nuovi orientamenti inizino a considerarlo, più semplicemente, un’abitudine sessuale sulla quale – al limite – si può intervenire per renderla più “soft”, meno radicale, più integrata verso l’apprezzamento dell’intera persona e non soltanto di una sua parte.
      Vengo ora a dirti qualcosa in più, che possa fondarsi su quell’unica saggezza antica da cui il Tantra è fiorito e che qui rappresento.
      Come già accennavo nell’articolo, il nostro punto di vista (la visione tantrica) non conosce il giudizio.
      Se una Fonte, un Assoluto (in ogni modo concepibile) esiste, ebbene da esso sono scaturiti tutti gli esseri viventi, tutte le emozioni e tutti i pensieri, nessuno escluso, e quindi, perversioni incluse.
      Per quanto per te possa essere difficile, prova a disidentificarti dal tuo ruolo di donna e a sentirti pura coscienza osservatrice al di fuori di ogni gioco.
      Pensa ad un corpo umano.
      L’uomo è proteso tra cielo e terra, non soltanto in senso figurato ma anche simbolico.
      L’essere umano può camminare e stazionare in posizione eretta, ed è quella la sua posizione naturale.
      La testa tende al cielo (come i petali di ogni fiore, le foglie degli alberi, la fiamma di una candela), mentre il punto di contatto e di connessione con la terra sono proprio i piedi.
      Anche la disamina dei centri energetici (pur con tutte le controversie tra scuola e scuola) riconoscono una marcata differenza tra le zone “basse” ed “alte” del corpo: l’energia della Terra, densa, pesante ma al contempo nutriente, rinvigorente e NECESSARIA per la vita sul pianeta, entra dalle piante dei nostri piedi, i quali (se i canali sono tutti ben aperti) la veicolano alle gambe, dalle quali l’energia salirà fino al primo centro energetico, situato tra l’ano e la zona genitale.
      Da lì (come accade in una raffineria per la raffinazione del petrolio) l’energia viene elaborata ed assottigliata al fine di confluire nei centri superiori fino a raggiungere il cuore e poi la testa.
      I piedi possono quindi essere visti come le radici del primo chakra (Muladhara), gli effettivi portatori dell’energia primordiale che possiamo chiamare Shakti e che – giunta nel Muladhara – diventa Kundalini. La sacra energia generativa che tutto può, e che tende in modo naturale ad unirsi all’energia di Shiva (quella abbinata al chakra della testa, Sahasrara ovvero il loto dai mille petali).
      La testa ha bisogno dei piedi così come i piedi hanno bisogno della testa. Hanno uguale importanza e dignità.
      Andiamo avanti.
      L’essere umano, che rispetto agli altri animali, ha la posizione eretta, manifesta tutte le proprie potenzialità a livello animico, mentale, astrale e fisico.
      Pensalo come ad un meraviglioso spettacolo di funzionalità e di vita. Come ad un “Dio”.
      Quel dio si presenta eretto.
      Lo guardi, lui può fissarti.
      Come puoi vedere e fissare il suo sguardo e il suo volto?
      Puoi farlo perchè il suo volto, IN OGNI ISTANTE, è sorretto dai suoi piedi, che lottano incessantemente – riuscendo a vincerla – contro la forza di gravità.
      In tanto quel volto sta lì ad osservarti o ad infatuarti, in quanto i suoi piedi (che pur sempre fanno parte di quella persona) lo reggono.
      Considerando la persona in posizione eretta (la posizione più naturale e normale per tutti), quindi, ne concludiamo che è il piede la parte che – oltre ad essere il primo e necessario portale per fare entrare le energie della Terra nella persona – sostiene tutte le altre e consente a tutte le altre di manifestarsi.
      Pensa ora ad una persona seduta o distesa.
      In tali situazioni – prevalentemente di riposo – quella parte del corpo non lavora, ma riposa.
      Ebbene, se hai riflettuto e meditato sulla sua funzione, non potrai non riconoscerne e sentirne la “grandezza” e quindi non contemplarla anche da ferma, anche in stato di riposo.
      In quella parte del corpo (così come in ogni altra) alberga l’energia, il potere, la divinità ed il fascino che tu hai spesso sentito promanare osservando persone che ti hanno acceso un picco ormonale.
      Ebbene, per molte persone che hanno fatto proprie queste realizzazioni, tutto questo sta lì, dentro quel piede. O meglio, sta ANCHE lì.
      Passiamo al terzo livello di considerazioni: il rivestimento.
      L’uomo – come meraviglioso spettacolo multidimensionale (corpo, emozioni, mente e spirito) ha la capacità di creare ed agire.
      Non solo questa capacità emerge attraverso l’arte. La vediamo, in modo più spontaneo ed immediato, nelle piccole cose e nel prendersi cura di se stessi.
      La scelta di come arredare la propria casa, della propria automobile (per chi ne possieda una), ma ancora prima… di come prendersi cura del proprio aspetto, attraverso il taglio e la pettinatura dei capelli, la scelta dell’abbigliamento (in quanto a modelli e colori) e delle calzature.
      Due persone identiche fisicamente (pensiamo a due gemelli) possono esprimere personalità completamente diverse e quindi manifestare la loro fisicità in modi diametralmente opposti.
      Anche questa è divinità.
      In tutto questo alberga l’immenso potenziale umano di creare, combinare, colorare, innovare, ed ancor prima, la sua consapevolezza di essere in potere di fare tutto questo.
      Chi ha dei fianchi un po’ larghi potrà scegliere dei pantaloni che si allarghino dalle ginocchia in giù. Chi è stretto di spalle sceglierà capi di abbigliamento con qualche piccola imbottitura in modo da ricreare una figura più “simmetrica”.
      Ognuno sa cosa fare, e benché l’aspetto fisico e la relativa genetica sembrino essere un limite, ebbene, con la propria potenzialità riesce ancora a diversificarsi e ad emanare vere e proprie opere d’arte decidendo il proprio aspetto esteriore.
      Anche la scelta di questa o quella calzatura, ed in questo, di una scarpa tipo ballerina (dalle forme rotonde, generosa nel lasciare scoperto il collo del piede e nel mostrarlo come un tutt’uno, compatto, senza la divisione delle dita, divenute inutili nell’odierno essere umano) esprime un intento, un’idea, un’energia archetipica anche.
      L’essere umano sensibile, in grado di notare tutto questo ed ancora attivo nel piano astrale, può emozionarsi di fronte ad un piede così rivestito.
      Vengo all’ultimo ordine di considerazioni, che potrà riguardare maggiormente il gesto (in questo caso, il tuo gesto) di movimento e di sfilamento.
      Yin e Yang, Maschile e Femminile, Bianco e Nero.
      Tutte le culture e le mistiche (non soltanto quella tantrica) hanno da sempre riconosciuto, nell’esistenza, la presenza di una polarità.
      QUiete e movimento, recettività ed attività, intuito e ragione, ispirazione e disciplina, ovvero, rispettivamente, femminile (yin, shakti) e maschile (yang, shiva).
      Queste forze sono sempre in interazione l’una con l’altra. Su tutti i livelli, quindi anche nel mentale.
      IL piano mentale è quello su cui si reggono i comportamenti codificati, le regole, l’etica e la società.
      Le regole e la necessità di una normazione (per evitare il caos) sono attributi del Maschile.
      Regolare, ordinare, mettere limiti attraverso norme e divieti, è Shiva (triangolo con la punta verso l’alto). Spontaneità, passione, caos primordiale che è anche forza che irrompe nel suo aspetto selvaggio, è Shakti (rappresentata anche dalla dea Kali e dal triangolo con la punta verso il basso).
      L’interazione di queste due forze dà luogo alla figura della stella a sei punte conosciuta anche come il triangolo di Salomone.
      Ogni persona è un microcosmo ed un ologramma del tutto. In ogni persona vedremo lo scontro eterno ed infinito di queste due forze.
      Nei rapporti sociali: voglia di essere gentili e cortesi, e poi magari, una volta rincasati, ci si sfoga con i familiari.
      Nell’apparire: ci è stato insegnato fin da bambini, a scuola, di non strillare e di mantenere una posizione “composta” senza movimenti inutili. Ebbene, lo facciamo, ma appena abbiamo il sentore che non saremo visti, ecco che iniziamo a metterci comodi. E così, se le gambe stanno sotto un tavolo, o se – comunque – ci accorgiamo che i presenti non si curano molto di noi e di cosa facciamo, ecco che iniziamo a muovere le gambe e a liberare i nostri piedi, sfilando le scarpe o addirittura togliendole del tutto.
      La vista di una persona umana, consapevolmente intenta in un’azione (sia essa l’appendere un cartello, lo scrivere al pc, il conversare seriamente con altri) che, al contempo, quasi involontariamente, manifesta movimenti che denotano evasione, trasgressione e voglia di liberarsi da un limite, possono eccitare all’inverosimile il meditatore o il mistico che di questo aspetto sia consapevole. In ciò che accade, nel tallone del piede che si denuda, e forse anche nel cattivo odore che, in alcuni casi, potrebbe essere diffuso, vede semplicemente la divinità della Forza primordiale, SHakti, che, covando sotto la cenere, è sempre presente in tutto ed in tutti, indomita e mai sottomessa da ogni tentativo di normazione.
      Ed è proprio da tale Shakti che origina ogni novità, ogni impulso creativo, ogni rivoluzione anche a livello sociale, ogni cambiamento.
      Tutto è divino, e in un piede come il tuo, tutto questo emerge a molti individui come la divinità manifestantesi nella folgore.
      QUando questo accade, la parte umana, la “pancia” (o Sè inferiore) è istintivamente portato a guardare, contemplare e quindi desiderare un contatto, che in via mediata vuole essere fisico attraverso le mani, ma che sempre tenderebbe a portare l’oggetto di desiderio alla bocca, esattamente come il bambino neonato, ancora puro dalla divisione dentro-fuori, tenta di portare tutto in bocca per restaurare l’originaria unità di cui ancora è consapevole e porta memoria.
      Lo svelamento progressivo, il sapere che lì “c’è” qualcosa che non si vede bene (e proprio per questo ben si presta ad essere il simbolo dell’infinito e del Divino), fa crescere la libido, ovvero, contatta ed accende l’energia sessuale presente nell’osservatore-contemplatore.
      Da ultimo, posso dirti che l’adorazione dei piedi (anche in modo svincolato dal massaggio tantrico, che pur vi dedica ampio spazio) è pratica normale nei rapporti tra uomo e donna: guardando, accarezzando e baciando i piedi del partner, si entra nell’eternità considerando che quei piedi sono i piedi di un dio: di SHiva se l’adoratrice è donna, e di Shakti/Devi/Parvati/Kali quando ad adorare è l’uomo.
      A mio parere, molti esseri umani che portano marcata questa “predisposizione” al feticismo sui piedi, sono dei reincarnati che hanno praticato il Tantra in una qualche vita passata. A riconferma del fatto che (ove così fosse) queste “devianze” sono segno di maggiore evoluzione e sensibilità, non certo di stupidità.
      Penso che – comunque riuscirai ad intendere ed interpretare quanto ti ho scritto – sicuramente avrai delle chiavi in più per comprendere come i tuoi amici possano sentirsi in quel momento.
      Vi sono altre letture psicoanalitiche, tra le quali quella per cui il piede rappresenterebbe il fallo e la scarpa una vagina. Elementi – a loro volta – che hanno un corrispettivo nella polarità vista sopra: YANG = fallo/sfondamento/azione/conquista, YIN = vagina/spazio/ricettività. Anch’essa ha un suo senso, ma non sento la necessità di soffermarmici ulteriormente in questa sede. Basti questo a dimostrare quanta attenzione si è data ad un fenomeno che è più diffuso di quanto si creda.
      Ogniqualvolta indossi quelle scarpe e – con la naturalezza di essere ciò che sei – ti muovi e non ti curi di sfilarle, sei il Tramite del divino su tutti i livelli che ti ho descritto.
      Nei miei corsi di Tantra, viene sempre il momento in cui si pratica il “gioco dei desideri”. I partecipanti (che, singles o in coppia, devono in quel momento sentirsi tutti singles) con molta onestà devono comunicare se vi siano persone, tra i partecipanti, da cui siano attratte.
      Quindi, è richiesto ad ognuno di formulare almeno un desiderio erotico che si vorrebbe veder realizzato con la collaborazione della persona che attira. Il “destinatario” dovrà far di tutto per collaborare e soddisfare il desiderio espresso (poi potendo, a sua volta, desiderare qualcosa da qualche altro partecipante).
      Ebbene, più di una volta il desiderio espresso è stato quello di adorare un piede femminile. In un caso, in completa nudità; nell’altro, mantenendo scarpa e collant (ragion per cui la seduta inizia con i partecipanti appena rientrati dalla pausa, tutti vestiti).
      E’ interessantissimo vedere lo stato di estasi in cui cade l’adoratore non appena constata che gli sarà possibile ricevere ciò che aveva segretamente sognato. Sin dall’entrata nella stanza del corso aveva notato quella partecipante, il suo corpo ed il suo piede, ma, come sempre, aveva respinto nell’inconscio quel desiderio; e poi, a sorpresa, si vede nella possibilità di realizzarlo.
      Chi dona, è invitato a sentirsi come una divinità e come un Tramite delle forze divine primordiali.
      Ora, io non so quali siano i rapporti profondi tra di voi (vi è un interesse da parte tua nei suoi confronti, non solo amicale? e pensi ne possa avere uno lui?), quindi mi è difficile darti una direzione da seguire, in quanto qualsiasi cosa sceglierai andrà anche ad influire sul vostro rapporto complessivo.
      Propendo per ritenere che – almeno a livello inconsapevole – provi una forte attrazione verso questa tua parte del corpo, ma cerchi in qualche modo di dissimularla con meccanismi di difesa per proteggere la sua immagine di fronte agli altri ed anche di fronte a te stessa, che potresti scandalizzarti per certe sue predilezioni.
      Se ti infastidisce solamente, se è una persona sulla quale non ritieni opportuno “investire”, puoi semplicemente dire che trovi banale il suo comportamento e che ti senti infastidita, invitandolo a smettere una volta per tutte.
      In ogni altro caso (e mi hai accennato ad una solida amicizia), potresti sfruttare l’occasione per aumentare la tua conoscenza su questo aspetto, per conoscere meglio lui/loro ed anche te stessa.
      Anche senza o prima di essere venuta ad un mio corso, potresti provare ad accontentare queste persone, almeno una volta.
      A sorpresa, sorridi al tuo “ammiratore” e prendi le redini del gioco. Considera che tu sei la Dea portatrice e veicolatrice di qualcosa che lo controlla (e così è, in un certo senso).
      Ridi tra te e te di questo potere, e quindi esercitalo.
      Noterai un’immediata esplosione interiore nelle sue energie.
      Fai qualche pausa (di qualche minuto, o rimandando il prosieguo ad altra data) e quindi riprendi il gioco, diventando più esplicita, avvicinandoti se puoi, facendo qualcosa per cui il tuo ammiratore sia quasi “costretto” a venire in contatto con ciò che brama. Non permettergli di essere lui a strapparti un contatto. Sii tu a donarglielo per prima facendo ciò che il tuo intuito ti dirà.
      Alla fine, vai a fondo. Esibiscigli il tuo piede completamente, mettilo a contatto, insisti all’inverosimile, in modo da appagarlo, e in quel momento osserva lui ed osserva te stessa.
      Lui potrebbe lasciarsi andare in uno stato di estasi, così come potrebbe opporre delle resistenze (date dai programmi della dignità, del buon costume, dell’etica, specialmente se vi trovaste con altri) e quindi cercare di allontanarsi. Osserva bene, si impara sempre e comunque da tutto e tutto serve.
      Osserva quindi anche te stessa: mentre ti atteggi in questo modo, potresti avvertire un senso di disagio o di “schifo”: è normale, ma sempre deriva da quella programmazione che ogni essere umano si ritrova subdolamente installata.
      Per superare questa eventuale barriera, sentiti una Dea e una Regina, e senti in te il piacere di essere adorata. Di fatto, così sta avvenendo, anche se l’altra persona potrebbe non avere il coraggio di ammetterlo e addirittura fuggire.
      Così facendo, dandogli ciò che ha chiesto ed insistendo nel farglielo sperimentare a fondo, oltre ogni illusione ottica, sarà rapida in lui la realizzazione che tutto ciò che ha provato, è stato dovuto ad energia sua, presente in lui, che il suo inconscio ha ricollegato a forme esterne, ed in particolare ad una parte del tuo corpo, così come animata dal tuo modo di gestirla e muoverla. Un modo unico come sei unica tu.
      Buona vita
      D.s.a.

  2. Andrea il said:

    Maestro, è possibile guarire da questa “devianza”?
    Venendo ai Suoi corsi di Tantra è possibile essere aiutati in questo?

    • tantramilano il said:

      Allora,
      ai corsi di Tantra si inizia anzitutto a prendere consapevolezza dei nostri meccanismi interni, di ciò che realmente vogliamo su tutti i livelli, e quindi a liberarci, a de-condizionarci dai vari blocchi e schemi (possiamo anche dirli “tabù”) che la nostra società occidentale e la religione ci hanno imposto.
      Questo è necessariamente il primo passo: viverli.
      Le tecniche per dissolvere i relativi programmi (da adoperarsi solo dopo i passaggi indicati sopra) sono parte della mia tecnica Amethyst Yoga, che può essere appresa a parte, oppure nel seminario Tantra di terzo livello (la conclusione del cammino, che segue a quello di primo e di secondo livello).
      In ogni caso sì, è possibile.

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